01 luglio 2009

Ferie

La monarchia va in ferie, ma non crediate che si scordi di voi: cliccando sul disegno di Manu potrete scaricare tutti i libri di Re Emoacre.

Oh, giubilo!


A presto.

22 giugno 2009

corvo morto

io e skiri abbiamo aperto un blog, qui.

11 giugno 2009

E quattro

Pronto il quarto pdf del Re, una raccolta di tredici dialoghi dal surreale titolo "Tredici dialoghi": omaggio al numero tredici, ai dialoghi di questo stesso blog e a un sacco di altre cose trascurabili.

Download: qui o qui.

01 giugno 2009

Calumet II visto da Cube



"PANICOOOOOOOOOO!"

Autrice: Cube


(clicca l'immagine per ingrandirla)

19 maggio 2009

Enciclopedia in pdf


È on line la versione 1.0 dell'Enciclopedia di Re Emoacre: la potete scaricare qui o qui.

Enciclopedia v. 1.0


Buona lettura.

07 maggio 2009

[Enciclopedia]: Gracidatore




Assemblato per generar rumori e concepito per disturbar la pubblica quiete immersa nel proprio tedio esistenziale, il gracidatore è uno stormento meccanico impiegato dai sacerdoti del dio Zot con l’intento di radunare frotte di devoti adusti attorno ai luoghi di culto piramidali o di intimorire il nemico lungo i valichi montani grazie al caratteristico gracidìo che sembra provenire da un mondo altro.

Il meccanismo interno venne ideato e costruito dal sultano Calumet II durante una di quelle notti insonni a lui non molto care che, si vocifera, lo tenevano sveglio sol per dispetto: un’attribuzione di paternità doverosa, considerato che la recente iconografia zottiana ritrae ossessivamente la foggia del gracidatore con il fine di assurgerlo, nel tempo, a manufatto di origine divina.

V’è da segnalare, infine, come l’utilizzo dello stormento negli ensemble di musica colta riscuota grande successo nelle segrete di ogni castello degno di codesto nome: rinchiudere gli strumentisti assieme ai prigionieri meno cortesi consente alle guardie di sfogare istinti grossolani, senza esporle al rischio di spellarsi l’elmo, inzaccherare il bavero o mancare l’abituale spettacolo della palla e del maglio.


(L'Enciclopedia di Re Emoacre: testi di ggrillo e disegni di skiri)

23 aprile 2009

Re Emoacre e il piffero magico


(s’alza il sipario)


Pifferaio, per servirla.

Accomodati.

I miei omaggi, Sire.

Sei bravo a sònare.

Così dicono.

Dicono anche che tu faccia lavori puliti.

Derattizzo in breve tempo e a costo zero.

Zero?!

Più vicino allo zero che ai mille.

Spiegati.

Dai settanta ai centoventi scudi.

Ti piacciono i bambini?

All’occorrenza svuoto case, sì.

Sei un tipo sveglio.

Le ripulisco il regno?

No.

Allora cosa?

Conosci i Desdèmoni?

Per sentito dire.

Prendi questo spartito.

Sembra difficile.

L’ho scritto io.

È musica ATONALE, Sire!

Non va bene?

Deve voler davvero male a questi--

Desdèmoni.

Loro.

Molto.

Che le hanno fatto?

Figliano un sacco.

Beh, bene.

Non direi proprio.

Non ci vedo niente di--

Tu sei miope.

Un po’ sì.

Ti aiuto a vedere.

Sarebbe bello.

I genitori portano la loro progenie nei miei parco giochi.

Ergo?

Non si riesce più a praticar la pallamaglio pomeridiana.

Come mai?

Sovraffollamento.

Ah.

Peggio delle segrete del castello.

Presumo non sia tutto.

Alla sera, prima di tornarsene nei loro tuguri, vanno a far compere nel MIO discount.

L’economia gira.

Economia un paio di natiche!

Ma--

Lo yogurt d’importazione è sempre esaurito.

Orpo!

Lo so, è molto triste.

Sarò lieto di offrire il mio servizio per, diciamo, ecco, ci penso.

Cento scudi.

Trecento.

Solo se li affoghi tutti quanti, niente dolciumi o corbellerie correlate.

Fino all’ultimo fanciullo.

Non è tutto.

Allora ci vuole un supplemento.

Quando attirerai con lo zufolo la prole desdèmona nel lago gelato, dovrai stare molto attento agli zoppi e ai neonati.

Nessun pericolo.

Pare che te ne sia fatti scappare un po’ troppi, ultimamente.

È che la fretta mi innervosisce.

Tieni e serra.

Grazie!

Sono trecentoventi.

Più del pattuito.

Distrai la fretta coi venti.

Ci conti.

Dimenticavo.

Cosa?

Io non so niente.

Ovvio.

L’ennesima guerra mi ingastrirebbe.

Come un pesce.

Mai sentito di un pesce ingastrito.

Muto sì, però.

Per quello anche il mio paggio!

Immagino sia vero.

Ti sbagli.

Chiaro.

Divertiti.

Non mancherò.

Addio.

Cloppete cloppete.


(cala il sipario)



Sire?

A dir poco squallido.

Ma l’abbiamo inscenato per lei solo!

Io non sono così.

È una rappresentazione teatrale, vengono amplificati, come dire, i tratti distintivi dei personaggi e…

IO NON SONO COSÌ! Ingastrire? Che razza di verbo è codesto? Mai usato! Per tacere di quel “Io non so niente”: è irritante! Ho il coraggio delle mie azioni, io! Non razzolo nei rifiuti come un…

Assassino?

Gatto. E poi. La trama non regge, la struttura è incerta e sembra si stia parlando di un miserabile qualsiasi: seicento, scrivi seicento NON trecentoventi!

Sì, Sire.

Del piffero magico non v’è traccia.

Nel titolo.

Solo lì, praticamente.

Sarebbe stato troppo ridondante farl...

Non sai di cosa parli.

No.

L’attore che mi impersona non è credibile.

Licenziato.

Il pifferaio dev’essere più servile, a tratti sembra il protagonista!

Scrivo.

Ecco, scrivi. Tu che dici, Gualdrappe?

Io trovo il pifferaio estremamente romantico.

È quello che ho detto.

E poi tu odi lo yogurt, caro.

Qualche aggiustatina qui e lì, Sire.

Aggiustatina un corno!

Cambiamo tutto.

Prima che mi salti la mosca al naso.

Detto fatto.

Un’ultima cosa.

Quale?

Evita le onomatopee.

Vostra Maestà, io non posso portare un vero equino sul palco!

Nel mio teatro si può fare tutto.

Ottimo.

Vattene.

Sentiti omaggi.

Svelto!

Clopp...

No.

A piedi, vado a piedi.

Brillante idea.

14 aprile 2009

Skiribilla: "Esterno notte"



"Esterno notte"

Autrice: Skiribilla


(clicca l'immagine per ingrandirla)

30 marzo 2009

[Enciclopedia]: Avamposti degli infermi




Gli avamposti sono situati in luoghi montani dove vengono esiliati i sudditi colpiti da patologie virali; ad essi è assegnato il compito di fermare l’avanzata del nemico lungo le frontiere impervie e rocciose: separare con questa modalità i malati dai sani consente non solo di impedire gli sconfinamenti indesiderati dei valichi, ma anche di preservare il volgo da affezioni quali la peste, la psoriasi e i falcidianti geloni.

Ai sacerdoti virologi di Zot viene affidata l’organizzazione e la gestione degli avamposti, suddivisi al loro interno in grandi parchi a tema non comunicanti e finalizzati al raccoglimento spirituale. In codesto modo si permette ai religiosi, morbosamente interessati al consenso dei malridotti, di reclutare nuovi adepti grazie ad allegre castagnate o a spassose corse nei sacchi di plastica nera.

Il Circolo delle Vedette (CdV) non vede di buon occhio gli avamposti, lamentando l’inquinamento della montagna e rifiutando di prestare servizio “là dove lo stambecco non salta più”: evidentemente senza prendere in considerazione quanto la visione degli infermi intruppati e l’uso oculato di gracidatori (vedi voce correlata) siano efficaci deterrenti per il barbaro invasore.


(L'Enciclopedia di Re Emoacre: testi di ggrillo e disegni di skiri)

21 marzo 2009

Esterno notte


Enogastro.

Sì?

Che ti porta in codesta landa?

Passeggiavo.

Nel mio castello quando tutti dormono?

È proibito?

Non ancora, no.

Meno male.

Vedi quel pianeta?

Come fosse qua, ora.

Il suo nome è Emoacre.

Non si chiama così.

Invece sì!

I miei libri di astronomia dicono altro.

Sono superati da tre giorni.

Santo cielo, hai chiamato un intero pianeta col tuo nome!

Esatto.

Perché mai?!

È bello, rigoglioso e pieno di vita.

Su questo non posso darti torto…

Bravo.

Scorgo la sua vegetazione ad occhio nudo!

Stai guardando una carta del cielo liberamente illustrata, Enogastro.

Ah.

Già.

Diamine, sembra vero.

Ti è calata la vista?

Non direi, anzi.

Non c’è nulla di male ad ammettere le proprie miserie.

Ci vedo benissimo!

Ebbene, voglio conquistarlo.

Quale dei due?

Quello vero.

Auguri.

Aiutami.

In che modo?

Te lo chiedo.

Chiedimelo.

In che modo?

Non ne ho la più pallida idea.

E i tuoi viaggi astrali?

Non sono come potresti intenderli tu.

Te ne lascio mezzo.

Mezzo?

Mezzo pianeta.

Tutto per me?

Sì.

Beh, grazie.

Ora si ragiona.

Ti propongo un baratto.

Parla.

La mia metà per un giardino fiorito.

Affare fatto.

Firma qui ed è mio.

Enogastro…

Dimmi, Emoacre.

Prima devi aiutarmi ad invaderlo!

Non riesci a conquistare un giardino fiorito da SOLO?!

Mi riferivo a...

Capito.

Non mi sembri in gran forma, stanotte.

Sto benissimo.

Fatti guardare.

No.

Non opporti al tuo sovrano.

Io non ho sovrani!

Ancora con questa storia!

Però sei il più illuminato e anche...

Molto onorato…

Bene.

…ti strappo la barba!

La barba no!

Pres…

Neanche per idea.

Un ologramma!

Dove?!

Tu!

Ma no.

Incredibile prodigio!

Nemmeno!

Io non sbaglio mai.

Non si direbbe.

Vecchio balordo d’un pezzo di somaro spettrale!

Addirittura.

E non aggiungo altro.

Dormici sopra, Emoacre.

Ma io sto già dormendo!

Meglio così.

Sì.



È meglio.

Così.

13 marzo 2009

[Enciclopedia]: Theremin o eterofono




Antico strumento musicale monodico, il theremin si è evoluto
trasformandosi da pura fonte di intrattenimento a vera e propria arma da guerra, con il fine di unire l'utile al dilettevole, il pratico al sadico e ogni fobico al proprio monarca.

In principio il caso volle che alcuni soldati thereministi allietassero la corte priva di buffoni, infondendo quel senso di appartenenza tanto caro ai sottoposti: un bisogno identitario colmato dal Re che istituì una vera e propria milizia d'avanguardia, pronta a snidare i rivoltosi dagli alti monti per il bene supremo dell'arte.

Trascorso qualche lustro il theremin ha conseguito lo status di Arma Perfetta, grazie all'essenziale contributo del capo del servizio segreto, Erpes: uomo dalla mente proattiva e ideatore di giganteschi eterofoni in grado di inabissare interi quartieri dopo aver opportunamente indirizzato le onde sonore sugli stessi.


Note:

1. L'efficacia del theremin sul campo di battaglia è ormai cosa nota: a richiesta, gli effetti devastanti vengono cantati in falsetto dai Turmanni superstiti, per la modica cifra di due scudi. Con tre scudi si riceve in omaggio uno spartito.
2. Il futuro dello strumento consiste in un pedale aggiuntivo volto ad interromperne il flusso sonoro: staccare le singole note contrasta la monotonia di guerre troppo lunghe.


(L'Enciclopedia di Re Emoacre: testi di ggrillo e disegni di skiri)

07 marzo 2009

Dodici decimi


Mi odio.

Ti capisco.

Dice davvero, Sire?

Sicuro.

Oh, grazie.

Prego.

E poi non sopporto il mio lavoro.

Non avrei mai detto.

Sul serio!

Spiègati.

Non ho mai combinato nulla di buono nella vita.

Non è vero.

Non vorrei contraddirla, ma…

Non farlo, allora.

Son rimasto sempre la stessa persona nel corso dei decenni.

Ottimo.

Nessun miglioramento, nessuna progressione, niente di niente!

A causa mia?

No, mia!

Mi sembrava.

Ma io voglio esserle utile!

Tu SEI utile.

Dice così per motivarmi.

Infatti.

Ma non lo pensa davvero!

Ascolta, coso.

Vedetta.

Sì, vedetta. Tu sei gli occhi del re, capisci? Una parte fondamentale, direi QUASI nobile.

Lo direbbe?

Lo dico!

Che bella immagine, Sire.

Senza i tuoi occhi sarei perduto.

Spero che la regina non stia ascoltando.

Non in quel senso, pezzo d’idiota!

Scusi.

Vedremo.

Incrocio le dita.

Cosa stavo dicendo?

Che senza i…

Non interrompere.

No.

Senza i tuoi dodici decimi saremmo fritti.

Tutti pensano sia una fortuna vederci bene.

E invece?

Il desiderio di morte è tanto grande.

Mangi?

Abbastanza.

Dormi?

Non sempre.

Allora dormi.

Me lo segno.

Alzati da quella posizione a dir poco bizzarra.

Sono inginocchiato, Sire.

Come tutti.

Sì.

Alzati!

Mi sgranchisco.

E già che ci sei portami un distillato doc.

Chiamo il paggio?

Senti, coso.

Vedetta.

Non so perché sono tanto paziente con te.

Perché...

Battuta scontata.

Non l’ho fatta.

Ecco il tuo difetto: sei scontato anche quando taci.

Scontato, dice?

E nessuno che ti compri, per giunta.

Verissimo.

Ogni tanto pensi di voler morire e vieni qui a spappolarmi i cotiledoni.

Magari fosse “ogni tanto”!

Come se non avessi già fin troppi problemi che mi assillano.

Mi butto dalla torre.

Il cucchiaino è pronto.

Raccapriccio.

A proposito.

Sì?

Indovina cosa ha voglia di bere il tuo re.

Un attimo, ci penso.

Va bene.

Uhm.

Dunque?

Un distillato doc.

Che intuito!

Vado?

...

Sguisss!

28 febbraio 2009

[Enciclopedia]: Elettro




Strumento tanto gradevole quanto pernicioso, l’Elettro genera scariche elettriche simili a fulmini di origine atmosferica e permette di entrare in contatto con la cosiddetta “luce astrale”, ove sono impressionati e memorizzati tutti gli eventi passati. Anche i misteri più oscuri e intricati vengono così svelati, indipendentemente dal censo delle vittime spiate o dal colore delle loro ghette.

Prevedère il futuro, invece, è cosa assai più complessa. Non basta osservare con attenzione le saette azzurrognole che balenano nell’aere come idee reali: a partire dall’esame degli accadimenti trascorsi, sono necessarie capacità interpretative e deduzioni logiche che solo menti superiori sono in grado di formulare.

In ultima analisi non si deve scordare che, al fine di poter scrutare e frugare nei casi altrui, è necessario essere puri, immergersi tre volte in una botte di mercurocromo diluito con gassosa e aspettare inusuali congiunzioni planetarie sconosciute ai più.


Note:


1- Dopo la morte dell’alchimista Enogastro, l’Elettro viene acceso sol per divertire i fanciulli, fondendo le pupille ai prigionieri sprovvisti di occhiali protettivi, tra le risa gioiose dei più piccini.
2- L’esser puro equivale all’astenersi dagli insaccati, a non bere vino coi solfiti e a soffiarsi il naso due volte al dì.
3- L’immersione nel mercurocromo richiede che si abbia, ben piantata tra le spalle, una testa bislacca come quella dell’alchimista testé menzionato.


(L'Enciclopedia di Re Emoacre: testi di ggrillo e disegni di skiri)

21 febbraio 2009

Elettro


Presto!



Ho bisogno del tuo aiuto, Enogastro.

Entra pure.

Sono GIÀ dentro!

Infilzo la salamandra e sono da te.

Manca molto?

Accomodati.

Preferirei di no.

La fretta non va assecondata.

Non m’irritare più del dovuto.

Ti ascolto.

Devo sapere che è successo.

Quando?

Ieri.

Dove?

Al castello.

Spiegati.

La regina stava parlando sottovoce col giullare e appena mi ha veduto è scoppiata in una risata nervosa.

È normale.

Ridere di me?

Del giullare.

Fingeva. Lei FINGEVA d’esser divertita!

Forse per non umiliare il buffone.

Mi nasconde qualcosa, lo sento.

Dici?

La conosco bene, sai?

Non ne dubito.

Voglio sapere tutto.

In particolare cosa?

Tutta la conversazione.

Finisco di conficcare gli aghi nel corpo della bestiòla.

SUBITO!

E va bene.

Dove vai?

Seguimi.

Perché?

Ti mostro l’Elettro.

Allora prendo il lume.

Eccolo laggiù.

Sembra un grosso alambicco sformato.

Sembra, re Emoacre.

Invece?

È un potente generatore di scariche elettriche coperto da una campana di vetro.

Oh.

Metti gli occhiali protettivi.

Non ne ho bisogno.

Potrebbe fonderti le pupille.

Talvolta sai essere molto convincente.

L’Elettro permette di entrare in contatto con la luce astrale.

“Luce astrale” non suona molto scientifico.

Eppure è quella cosa che memorizza tutti gli eventi passati e presenti. Pronto?

È il mio secondo nome.

ZAP! ZAPUM! TZZ! TZZZ! TZZZZZZ!

Per la mia barbazza!

Bello, vero? TZZZZZZZ!

Smetti di fare versi con la bocca.

Come vuoi.

Cuoce anche i würstel?

No, ma ad esser bravi vi si legge il futuro.

Capito, ma io non vedo né il presente né, tantomeno, il passato.

Guarda meglio.

Niente.

Prova ancora.

Zero.

Perché non sei puro.

Ti ròncolo il naso?

Nel senso che mangi troppi insaccati!

Ah.

Eh.

Beh, vero.

Mi concentro.

Potrei guardarlo per ore.

Lo spettacolare non è diffuso.

Non me lo dire.

Taccio?

Racconta!

Gualdrappe restituisce un olisbo al giullare Emoacre.

Infame regicida! Malnàta mordìcchialobi!

E gli sussurra: “Non l’ho lavato, pasticcino mio.”

PASTICCINO MIO?! Li sotterro vivi in una fossa di piragna, altroché dolcetti e bon bon!

Non interrompere il flusso creativo.

Friggo.

“Lo terrò vicino al cuore”, “Oh, come sei romantico!”, “A domani, mia regina”, “Dimmi quando!”, “Non appena quel caprone correrà trafelato dal vecchio saggio”.

Caprone?!

Parlano di te.

Facciamo che lo sbatto nelle segrete! Altro?

Entri in scena tu e la regina se la ride, goffamente.

Sono affranto.

OH, SANTO CIELO!

Che succede?

Niente, niente.

Parla o ti taglio la testa!

Mi taglierai la testa.

Se non parli!

No, prossimamente.

Sciocchezze! Stupide superstizioni! Non potrei MAI farti del male!

Intravedo la fine del mio corpo.

M’è venuta fame.

Beato te.

Due salsicce coi peperoni?

TZZZZZZZZ! TZZZ! TZZ! FLOP!

Era un no?

Sì.

Comunque il giullare era a conoscenza della mia visita odierna.

Così pare.

Come lo spieghi?

Non saprei.

Buon per te.

Già.

14 febbraio 2009

[Enciclopedia]: Pallamaglio




Il nobil giuoco della pallamaglio affonda le radici nella notte dei tempi, quando i trisavoli disdegnavano il deodorante e le trisavole eran restìe agli accoppiamenti. Importato da ignoti mercanti e diffusosi lungo la costa dove in seguito sarebbe sorto il Regno d’Emoacre, codesto svago sviluppò proprie regole a vantaggio di una maggior agibilità: si scelse, per esempio, un terreno con il manto erboso a discapito dell’obsoleta superficie marina.

Per esercitare l’arte della pallamaglio è necessario dotarsi di una mazza d’acero, una palla di mogano, un picchetto qualsiasi, un percorso con cunette, dossi e piccole porte metalliche sotto le quali spingere la sfera con l’attrezzo appropriato. Viene proclamato vincitore quel singolo - o quella squadra - che, con il minor numero di colpi, raggiunge il picchetto posto alla fine del tracciato.

Dichiarato patrimonio dell’umanità dalla regina Gualdrappe, il nobil giuoco vanta il prestigioso “Torneo Reale”, ove l’abuso della mazza porta spesso a risse furibonde, nelle quali i duchi regolano i conti e i conti, a loro volta, i duchi. A tal proposito è bene menzionare la targa ai caduti (vedi illustrazione) esposta nella piazza del castello del Re: un omaggio che irride, a imperitura memoria, i giocatori vinti.


(L'Enciclopedia di Re Emoacre: testi di ggrillo e disegni di skiri)

07 febbraio 2009

Vittoria!


I Turmanni avanzano.

Bene.

Su tutti i fronti.

Molto bene.

Non è affatto positivo, Sire.

Ti vedo agitato.

Il nemico assedia il castello!

Sembri un’ape in un bicchiere capovolto.

Le truppe son pronte alla resa.

Stai sudando.

E vorrei vedere!

Già.

“Già”?!

Perfetto.

Io… attendo nuovi ordini.

Non ti capisco.

Sire.

Parla più forte, non ti sento.

In che senso?

URLA, VEDETTA!

PERCHÉ?

Perché cosa?

PER QUALE MOTIVO DEBBO SGOLARMI?

Ho i tappi nelle orecchie.

TAPPI? ORECCHIE?!

Hai presente quelle due frittelle attaccate al capo che permettono l’appoggio dell’elmo da parata?

Sì.

Eh?

SÌ, VOSTRA MAESTÀ.

Quelle sono le orecchie.

MA PERCHÉ METTERSI I TAPPI?

Ho scoperto che se non ascolto notizie e non leggo dispacci, allora i fenomeni non si manifestano e i fatti non accadono.

AH.

Sono Re Emoacre e ho l’arma segreta, per la mia barbazza!

ORA È CHIARO.

Prova a parlarmi della crisi economica, vedetta.

DUNQUE.

Senza urlare.

L’attuale congiuntura…

Funziona.

Stiamo morendo tutti, Sire.

Ottimo.

Non ho parole.

Altro?

Niente altro.

Non farlo mai più.

FARE COSA?

Disturbarmi per niente.

Presto non la disturberà più nessuno.

Dì al paggio di portarmi un secchio di ostriche.

Il paggio è morto.

Ci starebbe bene con questo bianco sopraffino.

...

Ne gradisci una coppa?

E DUE TAPPI, GRAZIE!

I miei bastano per sconfiggere il nemico. E avanzano.

Si riferisce ai Turmanni?

Brindiamo.

A COSA?

Al nostro trionfo.

CREPI L’INVASORE.

Siamo invasi? E da quando?!

DICEVO PER DIRE.

Ah, ecco.

Bevo.

Alla tua.

Glup.

La vittoria è prossima.

Sì.

Cantiamo.




(cala il sipario)

03 febbraio 2009

Re e Foffo visti da Salem



"Foffo e il Re"

Autore: Salem.


(clicca l'immagine per ingrandirla)

29 gennaio 2009

[Enciclopedia]: Enciclopedia di Re Emoacre (ERE)




Emblema del mondo sensibile di Re Emoacre, l’Enciclopedia è un voluminoso tomo rilegato in pelle di corvo tèrreo, animale tanto raro quanto indisponente. Le pagine che compongono il corpus di questo omaggio al sapere umano sono vergate e illustrate dallo stesso Re, l’unico autorizzato a redigerne le voci, rigorosamente con piuma d’airone cinerino e inchiostro color pece.

Consultabile dalla sola regina Gualdrappe, l’Enciclopedia è esclusa dal prestito e conservata sotto una teca marmorea, lontana da occhi malevoli e indiscreti. A tal proposito è utile sottolineare come alcune voci risultino cifrate per contrastare la brama di conoscenza del nemico o l’attività di commercianti avvezzi al mercimonio.

Si segnala, infine, che le notazioni sull’ERE sono in continuo aggiornamento e sviluppo.


Note sull’ERE:

1- I fogli potrebbero reagire alle inesattezze accartocciandosi: eventualità che, per ovvie ragioni, non si verifica mai.
2- L’ERE è considerata da tutti la fonte più autorevole sul globo terracqueo, checché se ne dica in giro.
3- La numerazione delle pagine è fittizia e depistante, le voci non seguono l’ordine alfabetico ma vengono elencate alla rinfusa.
4- La voce attuale non è cifrata.
5- La voce attuale è cifrata.


(L'Enciclopedia di Re Emoacre: testi di ggrillo e disegni di skiri)

22 gennaio 2009

Non dire gatto


Emoacre?



Sei qui?



Paggio!

Sì, mia regina.

Dov’è il re?

Fuori.

Fuori dove?

Non saprei.

Vuoi dire che son sola?

Non è colpa mia.

No di certo.

Siamo rimasti io, lei e nessun altro.

Tutti via?

Tutti.

Allora vattene pure tu.

Corro.

Il castello solo per me, non mi sembra vero. Subito aria e luce: via questi tendoni polverosi!

Bù.

AAAH!

Cara, non aver paura.

Che ci facevi lì dietro?!

Nulla.

Origliavi?

Sono appena rientrato.

Dalla finestra?!

Certo.

E da quando si entra dalla finestra?

Il tuo gatto suggerisce strane abitudini.

Dov’eri?

A fare un giro.

Non esci mai!

Non è vero.

T’ho cercato tutto il tempo.

Eccomi qua.

Dimmi dove sei stato.

Ad un convegno.

Argomento?

Etica e garrota.

Interessante.

C’erano molti intellettuali, gente così.

E che dicevano?

Ascoltavano!

Eh, chiaro.

Ci mancherebbe.

Non lo fare mai più.

Fare cosa?

Spaventarmi a codesto modo.

Il tuo gatto non è un gatto, sai?

Che gli hai fatto?!

Niente!

Non gli fare del male. MAI.

Sembra più un cane che un gatto.

Smetti di dire sciocchezze.

Un cane che non si comporta come dovrebbe.

Micio, vieni qui.

Maooo.

Bravo micio.

Insisto.

Su cosa?

Per me è un cane.

Maoo.

Bau, fa bau.

Mao.

Bau! Devi fare bau!

Maoooou.

BAU! BAU! FA BAU!

Quante ne hai prese, caro?

Di cosa?

Pastiglie.

Tu non capisci: se anche il nostro cane si ribella, qui è la fine! LA FINE!

Prendine altre.

Non ora.

L’Idromele plus ti fa bene.

E poi il cane fa bau?

Mao.

Mao.

NO! Anche tu!



Dunque è finita, Gualdrappe.

Ma…

E questa volta per davvero.




(cala il sipario)

15 gennaio 2009

Foffo visto da ggrillo



"Foffo e l'Idromele plus"

Autore: ggrillo.


(clicca l'immagine per ingrandirla)

08 gennaio 2009

Negatori a tempo perduto


Vostra Maestà, reco notizie.

Entra pure, Erpes.

C’è movimento là fuori.

Hai redatto il verbale?

Eccolo.

Non è firmato.

Alcuni sovvertitori vogliono ucciderla.

Impossibile.

Assicurato.

Fonte?

Il Servizio Segreto Reale.

Da ora ne sarai il capo.

Io sono già a capo dell’esse esse erre!

Meglio così, un lavoro fatto.

La sua vita è in pericolo.

Chi può essere tanto antimonarchico da voler la mia morte?

Negatori per noia, sbandati biliosi o più semplicemente...

Non dire altro.

Si appoggiano al malcontento del volgo.

Non si erano estinti?

Sono più di quanto si pensi, Sire.

Di quanto si pensi in genere o di quanti possa pensarne io?

La prima.

Voglio provarla.

Attendo.

Fatto.

Di più.

Anche più dei Desdèmoni?

900.000 di meno.

Arrotondato per difetto o per eccesso?

Tutt’e due.

Mi torna.

Sono tra noi, Sire.

I Desdèmoni?

No, i sovvertitori.

In questa stanza?

Ma no!

Sei dei loro?

Giammai.

E io?

Escluderei.

In effetti la dedizione con la quale cerco di sbarazzarmi dei sovrani potrebbe far credere cose spiacevoli.

Lei non ha la coda, Sire.

Giusto.

Per non dire delle tre narici.

Ora le conto.

Non è necessario.

Due. Ne ho due.

Un altro lavoro fatto.

Conduci al mio cospetto i trinariciuti. In catene, grazie.

Da dove comincio?

È il TUO lavoro NON il mio!

Allora interrogo la “Non so niente di niente”.

La vecchia laida?

Proprio lei.

Una buona strategia, non c’è che dire.

Tutto sotto controllo.

Mi sento in una botte di ferro.

Sono l’uomo giusto al posto giusto.

Mi levi le parole di bocca.

Non volevo.

Tienile per ricordo.

Lei non morirà mai, Sire.

Stai dicendo che ti pago per una cosa inutile?

Intendo: finché sarò al suo fianco.

Ora va meglio.

Eh.

Travestiti da zuccheriera.

Oplà.

Torna normale.

Et voilà.

Mi fai morire.

Non mi permetterei mai.

Nemmeno se te l’ordinassi?

Lei ha solo due narici, Vostra Maestà!

Quindi?

Mai mi costringerebbe ad un simil delitto.

Vai pure.

Grazie, mio Re.

E non scordar lo zucchero.

Il che cosa?

Sul pavimento.

Oh, che sbadato.

Sì.



Così pare.

01 gennaio 2009

[Enciclopedia]: Idromele plus (FPDT)


Stupefacente pastiglia che permette di viaggiare nel presente e di modificare il corso degli eventi.
L’Idromele plus è anche conosciuto come “Elixir filosofale”, “Panacea universale” o “Fai presto dammene tre” (FPDT). Può essere masticato direttamente oppure consumato dopo averlo disciolto in un bicchiere di tiepido idromele, da cui ne deriva il nome.

Sintesi di cinque sostanze estratte dal regno vegetale, l’Idromele plus gode di ignoti principi attivi, tipici delle piante qui sotto illustrate.


Il famoso decreto 7/40 septies regola l’uso dell’FPDT, nonché il dosaggio a seconda del censo e del lignaggio: il Re può assumere discrezionalmente, ogni giorno, un numero di pastiglie che varia da tre a quattro elevato alla zeta; alla regina spettano un massimo di cinque dosi al dì, al principe due nocche nei globi oculari, agli ufficiali una pastiglia prima della battaglia e ai sacerdoti due ogni nove scudisciate.

Gli effetti collaterali temporanei possono variare da soggetto a soggetto, tra quelli più conosciuti meritano d’essere ricordati la costipazione delle fauci, la vertigine delle pupille e la crescita indesiderata di invisibili antenne. Si registrano alcuni casi isolati di secchezza della testa, scatti di rabbia incontrollata e cani sciolti intestinali. Vi è da rilevare, infine, come un sottodosaggio sconsiderato possa portare all’inazione o, nella peggiore delle ipotesi, alla morte.


(L'Enciclopedia di Re Emoacre: testi di ggrillo e disegni di skiri)