22 gennaio 2009

Non dire gatto


Emoacre?



Sei qui?



Paggio!

Sì, mia regina.

Dov’è il re?

Fuori.

Fuori dove?

Non saprei.

Vuoi dire che son sola?

Non è colpa mia.

No di certo.

Siamo rimasti io, lei e nessun altro.

Tutti via?

Tutti.

Allora vattene pure tu.

Corro.

Il castello solo per me, non mi sembra vero. Subito aria e luce: via questi tendoni polverosi!

Bù.

AAAH!

Cara, non aver paura.

Che ci facevi lì dietro?!

Nulla.

Origliavi?

Sono appena rientrato.

Dalla finestra?!

Certo.

E da quando si entra dalla finestra?

Il tuo gatto suggerisce strane abitudini.

Dov’eri?

A fare un giro.

Non esci mai!

Non è vero.

T’ho cercato tutto il tempo.

Eccomi qua.

Dimmi dove sei stato.

Ad un convegno.

Argomento?

Etica e garrota.

Interessante.

C’erano molti intellettuali, gente così.

E che dicevano?

Ascoltavano!

Eh, chiaro.

Ci mancherebbe.

Non lo fare mai più.

Fare cosa?

Spaventarmi a codesto modo.

Il tuo gatto non è un gatto, sai?

Che gli hai fatto?!

Niente!

Non gli fare del male. MAI.

Sembra più un cane che un gatto.

Smetti di dire sciocchezze.

Un cane che non si comporta come dovrebbe.

Micio, vieni qui.

Maooo.

Bravo micio.

Insisto.

Su cosa?

Per me è un cane.

Maoo.

Bau, fa bau.

Mao.

Bau! Devi fare bau!

Maoooou.

BAU! BAU! FA BAU!

Quante ne hai prese, caro?

Di cosa?

Pastiglie.

Tu non capisci: se anche il nostro cane si ribella, qui è la fine! LA FINE!

Prendine altre.

Non ora.

L’Idromele plus ti fa bene.

E poi il cane fa bau?

Mao.

Mao.

NO! Anche tu!



Dunque è finita, Gualdrappe.

Ma…

E questa volta per davvero.




(cala il sipario)