21 marzo 2009

Esterno notte


Enogastro.

Sì?

Che ti porta in codesta landa?

Passeggiavo.

Nel mio castello quando tutti dormono?

È proibito?

Non ancora, no.

Meno male.

Vedi quel pianeta?

Come fosse qua, ora.

Il suo nome è Emoacre.

Non si chiama così.

Invece sì!

I miei libri di astronomia dicono altro.

Sono superati da tre giorni.

Santo cielo, hai chiamato un intero pianeta col tuo nome!

Esatto.

Perché mai?!

È bello, rigoglioso e pieno di vita.

Su questo non posso darti torto…

Bravo.

Scorgo la sua vegetazione ad occhio nudo!

Stai guardando una carta del cielo liberamente illustrata, Enogastro.

Ah.

Già.

Diamine, sembra vero.

Ti è calata la vista?

Non direi, anzi.

Non c’è nulla di male ad ammettere le proprie miserie.

Ci vedo benissimo!

Ebbene, voglio conquistarlo.

Quale dei due?

Quello vero.

Auguri.

Aiutami.

In che modo?

Te lo chiedo.

Chiedimelo.

In che modo?

Non ne ho la più pallida idea.

E i tuoi viaggi astrali?

Non sono come potresti intenderli tu.

Te ne lascio mezzo.

Mezzo?

Mezzo pianeta.

Tutto per me?

Sì.

Beh, grazie.

Ora si ragiona.

Ti propongo un baratto.

Parla.

La mia metà per un giardino fiorito.

Affare fatto.

Firma qui ed è mio.

Enogastro…

Dimmi, Emoacre.

Prima devi aiutarmi ad invaderlo!

Non riesci a conquistare un giardino fiorito da SOLO?!

Mi riferivo a...

Capito.

Non mi sembri in gran forma, stanotte.

Sto benissimo.

Fatti guardare.

No.

Non opporti al tuo sovrano.

Io non ho sovrani!

Ancora con questa storia!

Però sei il più illuminato e anche...

Molto onorato…

Bene.

…ti strappo la barba!

La barba no!

Pres…

Neanche per idea.

Un ologramma!

Dove?!

Tu!

Ma no.

Incredibile prodigio!

Nemmeno!

Io non sbaglio mai.

Non si direbbe.

Vecchio balordo d’un pezzo di somaro spettrale!

Addirittura.

E non aggiungo altro.

Dormici sopra, Emoacre.

Ma io sto già dormendo!

Meglio così.

Sì.



È meglio.

Così.