21 febbraio 2009
Elettro
Presto!
…
Ho bisogno del tuo aiuto, Enogastro.
Entra pure.
Sono GIÀ dentro!
Infilzo la salamandra e sono da te.
Manca molto?
Accomodati.
Preferirei di no.
La fretta non va assecondata.
Non m’irritare più del dovuto.
Ti ascolto.
Devo sapere che è successo.
Quando?
Ieri.
Dove?
Al castello.
Spiegati.
La regina stava parlando sottovoce col giullare e appena mi ha veduto è scoppiata in una risata nervosa.
È normale.
Ridere di me?
Del giullare.
Fingeva. Lei FINGEVA d’esser divertita!
Forse per non umiliare il buffone.
Mi nasconde qualcosa, lo sento.
Dici?
La conosco bene, sai?
Non ne dubito.
Voglio sapere tutto.
In particolare cosa?
Tutta la conversazione.
Finisco di conficcare gli aghi nel corpo della bestiòla.
SUBITO!
E va bene.
Dove vai?
Seguimi.
Perché?
Ti mostro l’Elettro.
Allora prendo il lume.
Eccolo laggiù.
Sembra un grosso alambicco sformato.
Sembra, re Emoacre.
Invece?
È un potente generatore di scariche elettriche coperto da una campana di vetro.
Oh.
Metti gli occhiali protettivi.
Non ne ho bisogno.
Potrebbe fonderti le pupille.
Talvolta sai essere molto convincente.
L’Elettro permette di entrare in contatto con la luce astrale.
“Luce astrale” non suona molto scientifico.
Eppure è quella cosa che memorizza tutti gli eventi passati e presenti. Pronto?
È il mio secondo nome.
ZAP! ZAPUM! TZZ! TZZZ! TZZZZZZ!
Per la mia barbazza!
Bello, vero? TZZZZZZZ!
Smetti di fare versi con la bocca.
Come vuoi.
Cuoce anche i würstel?
No, ma ad esser bravi vi si legge il futuro.
Capito, ma io non vedo né il presente né, tantomeno, il passato.
Guarda meglio.
Niente.
Prova ancora.
Zero.
Perché non sei puro.
Ti ròncolo il naso?
Nel senso che mangi troppi insaccati!
Ah.
Eh.
Beh, vero.
Mi concentro.
Potrei guardarlo per ore.
Lo spettacolare non è diffuso.
Non me lo dire.
Taccio?
Racconta!
Gualdrappe restituisce un olisbo al giullare Emoacre.
Infame regicida! Malnàta mordìcchialobi!
E gli sussurra: “Non l’ho lavato, pasticcino mio.”
PASTICCINO MIO?! Li sotterro vivi in una fossa di piragna, altroché dolcetti e bon bon!
Non interrompere il flusso creativo.
Friggo.
“Lo terrò vicino al cuore”, “Oh, come sei romantico!”, “A domani, mia regina”, “Dimmi quando!”, “Non appena quel caprone correrà trafelato dal vecchio saggio”.
Caprone?!
Parlano di te.
Facciamo che lo sbatto nelle segrete! Altro?
Entri in scena tu e la regina se la ride, goffamente.
Sono affranto.
OH, SANTO CIELO!
Che succede?
Niente, niente.
Parla o ti taglio la testa!
Mi taglierai la testa.
Se non parli!
No, prossimamente.
Sciocchezze! Stupide superstizioni! Non potrei MAI farti del male!
Intravedo la fine del mio corpo.
M’è venuta fame.
Beato te.
Due salsicce coi peperoni?
TZZZZZZZZ! TZZZ! TZZ! FLOP!
Era un no?
Sì.
Comunque il giullare era a conoscenza della mia visita odierna.
Così pare.
Come lo spieghi?
Non saprei.
Buon per te.
Già.
Etichette: dialoghi, dialoghi pre