14 febbraio 2009

[Enciclopedia]: Pallamaglio




Il nobil giuoco della pallamaglio affonda le radici nella notte dei tempi, quando i trisavoli disdegnavano il deodorante e le trisavole eran restìe agli accoppiamenti. Importato da ignoti mercanti e diffusosi lungo la costa dove in seguito sarebbe sorto il Regno d’Emoacre, codesto svago sviluppò proprie regole a vantaggio di una maggior agibilità: si scelse, per esempio, un terreno con il manto erboso a discapito dell’obsoleta superficie marina.

Per esercitare l’arte della pallamaglio è necessario dotarsi di una mazza d’acero, una palla di mogano, un picchetto qualsiasi, un percorso con cunette, dossi e piccole porte metalliche sotto le quali spingere la sfera con l’attrezzo appropriato. Viene proclamato vincitore quel singolo - o quella squadra - che, con il minor numero di colpi, raggiunge il picchetto posto alla fine del tracciato.

Dichiarato patrimonio dell’umanità dalla regina Gualdrappe, il nobil giuoco vanta il prestigioso “Torneo Reale”, ove l’abuso della mazza porta spesso a risse furibonde, nelle quali i duchi regolano i conti e i conti, a loro volta, i duchi. A tal proposito è bene menzionare la targa ai caduti (vedi illustrazione) esposta nella piazza del castello del Re: un omaggio che irride, a imperitura memoria, i giocatori vinti.


(L'Enciclopedia di Re Emoacre: testi di ggrillo e disegni di skiri)