04 giugno 2008

Foffo


A che pensi, vedetta?

A niente, sire.

A me puoi dirlo.

Alla morte.

Ti capita spesso?

Solo quando lavoro.

Tu lavori sempre.

Giorno e notte.

Brava la mia vedetta.

Lei non pensa mai…

Al lavoro?

No, alla morte.

In genere?

In particolare.

A quella altrui.

Alla sua no?

Alla sua di chi?

Di lei.

Della regina?

Di lei, sire.

Io non muoio mai.

Che stupido non averci pensato.

A quest’ora saresti generale.

E le progressioni verticali?

Di che parli?

Del concorso.

Qui non si fanno concorsi...

Girano voci di corridoio…

…dai tempi del mio trisavolo.

Ci speravo.

Vedrai che prima o poi arriva.

Una selezione?

Naturale.

Mi manca il giullare.

A me manca il cane Foffo.

Mi dispiace, sire.

Non ci pensare.

Torno a scrutare le tenebre.

Ah, che animale meraviglioso!

Foffo?

Mi faceva sempre un sacco di feste.

Ne ho un ricordo vago.

Conosceva sette lingue.

Quali?

La tua più altre sei.

Urca.

Lui sì che meritava di diventare generale.

Pace all’anima sua.

Tu sei ossessionato.

Perché?

Non è per niente morto!

Io non volevo urt…

Gira pel mondo ad imparar idiomi.

Sono desolato.

Guarda l’orizzonte che è meglio.

Agli ordini.

Vado a scrivergli.

A chi?



Capito, guardo l’orizzonte.

Ma che bravo che sei.

Grazie sire.

Non c’è di che.