28 febbraio 2009

[Enciclopedia]: Elettro




Strumento tanto gradevole quanto pernicioso, l’Elettro genera scariche elettriche simili a fulmini di origine atmosferica e permette di entrare in contatto con la cosiddetta “luce astrale”, ove sono impressionati e memorizzati tutti gli eventi passati. Anche i misteri più oscuri e intricati vengono così svelati, indipendentemente dal censo delle vittime spiate o dal colore delle loro ghette.

Prevedère il futuro, invece, è cosa assai più complessa. Non basta osservare con attenzione le saette azzurrognole che balenano nell’aere come idee reali: a partire dall’esame degli accadimenti trascorsi, sono necessarie capacità interpretative e deduzioni logiche che solo menti superiori sono in grado di formulare.

In ultima analisi non si deve scordare che, al fine di poter scrutare e frugare nei casi altrui, è necessario essere puri, immergersi tre volte in una botte di mercurocromo diluito con gassosa e aspettare inusuali congiunzioni planetarie sconosciute ai più.


Note:


1- Dopo la morte dell’alchimista Enogastro, l’Elettro viene acceso sol per divertire i fanciulli, fondendo le pupille ai prigionieri sprovvisti di occhiali protettivi, tra le risa gioiose dei più piccini.
2- L’esser puro equivale all’astenersi dagli insaccati, a non bere vino coi solfiti e a soffiarsi il naso due volte al dì.
3- L’immersione nel mercurocromo richiede che si abbia, ben piantata tra le spalle, una testa bislacca come quella dell’alchimista testé menzionato.


(L'Enciclopedia di Re Emoacre: testi di ggrillo e disegni di skiri)

21 febbraio 2009

Elettro


Presto!



Ho bisogno del tuo aiuto, Enogastro.

Entra pure.

Sono GIÀ dentro!

Infilzo la salamandra e sono da te.

Manca molto?

Accomodati.

Preferirei di no.

La fretta non va assecondata.

Non m’irritare più del dovuto.

Ti ascolto.

Devo sapere che è successo.

Quando?

Ieri.

Dove?

Al castello.

Spiegati.

La regina stava parlando sottovoce col giullare e appena mi ha veduto è scoppiata in una risata nervosa.

È normale.

Ridere di me?

Del giullare.

Fingeva. Lei FINGEVA d’esser divertita!

Forse per non umiliare il buffone.

Mi nasconde qualcosa, lo sento.

Dici?

La conosco bene, sai?

Non ne dubito.

Voglio sapere tutto.

In particolare cosa?

Tutta la conversazione.

Finisco di conficcare gli aghi nel corpo della bestiòla.

SUBITO!

E va bene.

Dove vai?

Seguimi.

Perché?

Ti mostro l’Elettro.

Allora prendo il lume.

Eccolo laggiù.

Sembra un grosso alambicco sformato.

Sembra, re Emoacre.

Invece?

È un potente generatore di scariche elettriche coperto da una campana di vetro.

Oh.

Metti gli occhiali protettivi.

Non ne ho bisogno.

Potrebbe fonderti le pupille.

Talvolta sai essere molto convincente.

L’Elettro permette di entrare in contatto con la luce astrale.

“Luce astrale” non suona molto scientifico.

Eppure è quella cosa che memorizza tutti gli eventi passati e presenti. Pronto?

È il mio secondo nome.

ZAP! ZAPUM! TZZ! TZZZ! TZZZZZZ!

Per la mia barbazza!

Bello, vero? TZZZZZZZ!

Smetti di fare versi con la bocca.

Come vuoi.

Cuoce anche i würstel?

No, ma ad esser bravi vi si legge il futuro.

Capito, ma io non vedo né il presente né, tantomeno, il passato.

Guarda meglio.

Niente.

Prova ancora.

Zero.

Perché non sei puro.

Ti ròncolo il naso?

Nel senso che mangi troppi insaccati!

Ah.

Eh.

Beh, vero.

Mi concentro.

Potrei guardarlo per ore.

Lo spettacolare non è diffuso.

Non me lo dire.

Taccio?

Racconta!

Gualdrappe restituisce un olisbo al giullare Emoacre.

Infame regicida! Malnàta mordìcchialobi!

E gli sussurra: “Non l’ho lavato, pasticcino mio.”

PASTICCINO MIO?! Li sotterro vivi in una fossa di piragna, altroché dolcetti e bon bon!

Non interrompere il flusso creativo.

Friggo.

“Lo terrò vicino al cuore”, “Oh, come sei romantico!”, “A domani, mia regina”, “Dimmi quando!”, “Non appena quel caprone correrà trafelato dal vecchio saggio”.

Caprone?!

Parlano di te.

Facciamo che lo sbatto nelle segrete! Altro?

Entri in scena tu e la regina se la ride, goffamente.

Sono affranto.

OH, SANTO CIELO!

Che succede?

Niente, niente.

Parla o ti taglio la testa!

Mi taglierai la testa.

Se non parli!

No, prossimamente.

Sciocchezze! Stupide superstizioni! Non potrei MAI farti del male!

Intravedo la fine del mio corpo.

M’è venuta fame.

Beato te.

Due salsicce coi peperoni?

TZZZZZZZZ! TZZZ! TZZ! FLOP!

Era un no?

Sì.

Comunque il giullare era a conoscenza della mia visita odierna.

Così pare.

Come lo spieghi?

Non saprei.

Buon per te.

Già.

14 febbraio 2009

[Enciclopedia]: Pallamaglio




Il nobil giuoco della pallamaglio affonda le radici nella notte dei tempi, quando i trisavoli disdegnavano il deodorante e le trisavole eran restìe agli accoppiamenti. Importato da ignoti mercanti e diffusosi lungo la costa dove in seguito sarebbe sorto il Regno d’Emoacre, codesto svago sviluppò proprie regole a vantaggio di una maggior agibilità: si scelse, per esempio, un terreno con il manto erboso a discapito dell’obsoleta superficie marina.

Per esercitare l’arte della pallamaglio è necessario dotarsi di una mazza d’acero, una palla di mogano, un picchetto qualsiasi, un percorso con cunette, dossi e piccole porte metalliche sotto le quali spingere la sfera con l’attrezzo appropriato. Viene proclamato vincitore quel singolo - o quella squadra - che, con il minor numero di colpi, raggiunge il picchetto posto alla fine del tracciato.

Dichiarato patrimonio dell’umanità dalla regina Gualdrappe, il nobil giuoco vanta il prestigioso “Torneo Reale”, ove l’abuso della mazza porta spesso a risse furibonde, nelle quali i duchi regolano i conti e i conti, a loro volta, i duchi. A tal proposito è bene menzionare la targa ai caduti (vedi illustrazione) esposta nella piazza del castello del Re: un omaggio che irride, a imperitura memoria, i giocatori vinti.


(L'Enciclopedia di Re Emoacre: testi di ggrillo e disegni di skiri)

07 febbraio 2009

Vittoria!


I Turmanni avanzano.

Bene.

Su tutti i fronti.

Molto bene.

Non è affatto positivo, Sire.

Ti vedo agitato.

Il nemico assedia il castello!

Sembri un’ape in un bicchiere capovolto.

Le truppe son pronte alla resa.

Stai sudando.

E vorrei vedere!

Già.

“Già”?!

Perfetto.

Io… attendo nuovi ordini.

Non ti capisco.

Sire.

Parla più forte, non ti sento.

In che senso?

URLA, VEDETTA!

PERCHÉ?

Perché cosa?

PER QUALE MOTIVO DEBBO SGOLARMI?

Ho i tappi nelle orecchie.

TAPPI? ORECCHIE?!

Hai presente quelle due frittelle attaccate al capo che permettono l’appoggio dell’elmo da parata?

Sì.

Eh?

SÌ, VOSTRA MAESTÀ.

Quelle sono le orecchie.

MA PERCHÉ METTERSI I TAPPI?

Ho scoperto che se non ascolto notizie e non leggo dispacci, allora i fenomeni non si manifestano e i fatti non accadono.

AH.

Sono Re Emoacre e ho l’arma segreta, per la mia barbazza!

ORA È CHIARO.

Prova a parlarmi della crisi economica, vedetta.

DUNQUE.

Senza urlare.

L’attuale congiuntura…

Funziona.

Stiamo morendo tutti, Sire.

Ottimo.

Non ho parole.

Altro?

Niente altro.

Non farlo mai più.

FARE COSA?

Disturbarmi per niente.

Presto non la disturberà più nessuno.

Dì al paggio di portarmi un secchio di ostriche.

Il paggio è morto.

Ci starebbe bene con questo bianco sopraffino.

...

Ne gradisci una coppa?

E DUE TAPPI, GRAZIE!

I miei bastano per sconfiggere il nemico. E avanzano.

Si riferisce ai Turmanni?

Brindiamo.

A COSA?

Al nostro trionfo.

CREPI L’INVASORE.

Siamo invasi? E da quando?!

DICEVO PER DIRE.

Ah, ecco.

Bevo.

Alla tua.

Glup.

La vittoria è prossima.

Sì.

Cantiamo.




(cala il sipario)

03 febbraio 2009

Re e Foffo visti da Salem



"Foffo e il Re"

Autore: Salem.


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