07 marzo 2009

Dodici decimi


Mi odio.

Ti capisco.

Dice davvero, Sire?

Sicuro.

Oh, grazie.

Prego.

E poi non sopporto il mio lavoro.

Non avrei mai detto.

Sul serio!

Spiègati.

Non ho mai combinato nulla di buono nella vita.

Non è vero.

Non vorrei contraddirla, ma…

Non farlo, allora.

Son rimasto sempre la stessa persona nel corso dei decenni.

Ottimo.

Nessun miglioramento, nessuna progressione, niente di niente!

A causa mia?

No, mia!

Mi sembrava.

Ma io voglio esserle utile!

Tu SEI utile.

Dice così per motivarmi.

Infatti.

Ma non lo pensa davvero!

Ascolta, coso.

Vedetta.

Sì, vedetta. Tu sei gli occhi del re, capisci? Una parte fondamentale, direi QUASI nobile.

Lo direbbe?

Lo dico!

Che bella immagine, Sire.

Senza i tuoi occhi sarei perduto.

Spero che la regina non stia ascoltando.

Non in quel senso, pezzo d’idiota!

Scusi.

Vedremo.

Incrocio le dita.

Cosa stavo dicendo?

Che senza i…

Non interrompere.

No.

Senza i tuoi dodici decimi saremmo fritti.

Tutti pensano sia una fortuna vederci bene.

E invece?

Il desiderio di morte è tanto grande.

Mangi?

Abbastanza.

Dormi?

Non sempre.

Allora dormi.

Me lo segno.

Alzati da quella posizione a dir poco bizzarra.

Sono inginocchiato, Sire.

Come tutti.

Sì.

Alzati!

Mi sgranchisco.

E già che ci sei portami un distillato doc.

Chiamo il paggio?

Senti, coso.

Vedetta.

Non so perché sono tanto paziente con te.

Perché...

Battuta scontata.

Non l’ho fatta.

Ecco il tuo difetto: sei scontato anche quando taci.

Scontato, dice?

E nessuno che ti compri, per giunta.

Verissimo.

Ogni tanto pensi di voler morire e vieni qui a spappolarmi i cotiledoni.

Magari fosse “ogni tanto”!

Come se non avessi già fin troppi problemi che mi assillano.

Mi butto dalla torre.

Il cucchiaino è pronto.

Raccapriccio.

A proposito.

Sì?

Indovina cosa ha voglia di bere il tuo re.

Un attimo, ci penso.

Va bene.

Uhm.

Dunque?

Un distillato doc.

Che intuito!

Vado?

...

Sguisss!