30 marzo 2009

[Enciclopedia]: Avamposti degli infermi




Gli avamposti sono situati in luoghi montani dove vengono esiliati i sudditi colpiti da patologie virali; ad essi è assegnato il compito di fermare l’avanzata del nemico lungo le frontiere impervie e rocciose: separare con questa modalità i malati dai sani consente non solo di impedire gli sconfinamenti indesiderati dei valichi, ma anche di preservare il volgo da affezioni quali la peste, la psoriasi e i falcidianti geloni.

Ai sacerdoti virologi di Zot viene affidata l’organizzazione e la gestione degli avamposti, suddivisi al loro interno in grandi parchi a tema non comunicanti e finalizzati al raccoglimento spirituale. In codesto modo si permette ai religiosi, morbosamente interessati al consenso dei malridotti, di reclutare nuovi adepti grazie ad allegre castagnate o a spassose corse nei sacchi di plastica nera.

Il Circolo delle Vedette (CdV) non vede di buon occhio gli avamposti, lamentando l’inquinamento della montagna e rifiutando di prestare servizio “là dove lo stambecco non salta più”: evidentemente senza prendere in considerazione quanto la visione degli infermi intruppati e l’uso oculato di gracidatori (vedi voce correlata) siano efficaci deterrenti per il barbaro invasore.


(L'Enciclopedia di Re Emoacre: testi di ggrillo e disegni di skiri)

21 marzo 2009

Esterno notte


Enogastro.

Sì?

Che ti porta in codesta landa?

Passeggiavo.

Nel mio castello quando tutti dormono?

È proibito?

Non ancora, no.

Meno male.

Vedi quel pianeta?

Come fosse qua, ora.

Il suo nome è Emoacre.

Non si chiama così.

Invece sì!

I miei libri di astronomia dicono altro.

Sono superati da tre giorni.

Santo cielo, hai chiamato un intero pianeta col tuo nome!

Esatto.

Perché mai?!

È bello, rigoglioso e pieno di vita.

Su questo non posso darti torto…

Bravo.

Scorgo la sua vegetazione ad occhio nudo!

Stai guardando una carta del cielo liberamente illustrata, Enogastro.

Ah.

Già.

Diamine, sembra vero.

Ti è calata la vista?

Non direi, anzi.

Non c’è nulla di male ad ammettere le proprie miserie.

Ci vedo benissimo!

Ebbene, voglio conquistarlo.

Quale dei due?

Quello vero.

Auguri.

Aiutami.

In che modo?

Te lo chiedo.

Chiedimelo.

In che modo?

Non ne ho la più pallida idea.

E i tuoi viaggi astrali?

Non sono come potresti intenderli tu.

Te ne lascio mezzo.

Mezzo?

Mezzo pianeta.

Tutto per me?

Sì.

Beh, grazie.

Ora si ragiona.

Ti propongo un baratto.

Parla.

La mia metà per un giardino fiorito.

Affare fatto.

Firma qui ed è mio.

Enogastro…

Dimmi, Emoacre.

Prima devi aiutarmi ad invaderlo!

Non riesci a conquistare un giardino fiorito da SOLO?!

Mi riferivo a...

Capito.

Non mi sembri in gran forma, stanotte.

Sto benissimo.

Fatti guardare.

No.

Non opporti al tuo sovrano.

Io non ho sovrani!

Ancora con questa storia!

Però sei il più illuminato e anche...

Molto onorato…

Bene.

…ti strappo la barba!

La barba no!

Pres…

Neanche per idea.

Un ologramma!

Dove?!

Tu!

Ma no.

Incredibile prodigio!

Nemmeno!

Io non sbaglio mai.

Non si direbbe.

Vecchio balordo d’un pezzo di somaro spettrale!

Addirittura.

E non aggiungo altro.

Dormici sopra, Emoacre.

Ma io sto già dormendo!

Meglio così.

Sì.



È meglio.

Così.

13 marzo 2009

[Enciclopedia]: Theremin o eterofono




Antico strumento musicale monodico, il theremin si è evoluto
trasformandosi da pura fonte di intrattenimento a vera e propria arma da guerra, con il fine di unire l'utile al dilettevole, il pratico al sadico e ogni fobico al proprio monarca.

In principio il caso volle che alcuni soldati thereministi allietassero la corte priva di buffoni, infondendo quel senso di appartenenza tanto caro ai sottoposti: un bisogno identitario colmato dal Re che istituì una vera e propria milizia d'avanguardia, pronta a snidare i rivoltosi dagli alti monti per il bene supremo dell'arte.

Trascorso qualche lustro il theremin ha conseguito lo status di Arma Perfetta, grazie all'essenziale contributo del capo del servizio segreto, Erpes: uomo dalla mente proattiva e ideatore di giganteschi eterofoni in grado di inabissare interi quartieri dopo aver opportunamente indirizzato le onde sonore sugli stessi.


Note:

1. L'efficacia del theremin sul campo di battaglia è ormai cosa nota: a richiesta, gli effetti devastanti vengono cantati in falsetto dai Turmanni superstiti, per la modica cifra di due scudi. Con tre scudi si riceve in omaggio uno spartito.
2. Il futuro dello strumento consiste in un pedale aggiuntivo volto ad interromperne il flusso sonoro: staccare le singole note contrasta la monotonia di guerre troppo lunghe.


(L'Enciclopedia di Re Emoacre: testi di ggrillo e disegni di skiri)

07 marzo 2009

Dodici decimi


Mi odio.

Ti capisco.

Dice davvero, Sire?

Sicuro.

Oh, grazie.

Prego.

E poi non sopporto il mio lavoro.

Non avrei mai detto.

Sul serio!

Spiègati.

Non ho mai combinato nulla di buono nella vita.

Non è vero.

Non vorrei contraddirla, ma…

Non farlo, allora.

Son rimasto sempre la stessa persona nel corso dei decenni.

Ottimo.

Nessun miglioramento, nessuna progressione, niente di niente!

A causa mia?

No, mia!

Mi sembrava.

Ma io voglio esserle utile!

Tu SEI utile.

Dice così per motivarmi.

Infatti.

Ma non lo pensa davvero!

Ascolta, coso.

Vedetta.

Sì, vedetta. Tu sei gli occhi del re, capisci? Una parte fondamentale, direi QUASI nobile.

Lo direbbe?

Lo dico!

Che bella immagine, Sire.

Senza i tuoi occhi sarei perduto.

Spero che la regina non stia ascoltando.

Non in quel senso, pezzo d’idiota!

Scusi.

Vedremo.

Incrocio le dita.

Cosa stavo dicendo?

Che senza i…

Non interrompere.

No.

Senza i tuoi dodici decimi saremmo fritti.

Tutti pensano sia una fortuna vederci bene.

E invece?

Il desiderio di morte è tanto grande.

Mangi?

Abbastanza.

Dormi?

Non sempre.

Allora dormi.

Me lo segno.

Alzati da quella posizione a dir poco bizzarra.

Sono inginocchiato, Sire.

Come tutti.

Sì.

Alzati!

Mi sgranchisco.

E già che ci sei portami un distillato doc.

Chiamo il paggio?

Senti, coso.

Vedetta.

Non so perché sono tanto paziente con te.

Perché...

Battuta scontata.

Non l’ho fatta.

Ecco il tuo difetto: sei scontato anche quando taci.

Scontato, dice?

E nessuno che ti compri, per giunta.

Verissimo.

Ogni tanto pensi di voler morire e vieni qui a spappolarmi i cotiledoni.

Magari fosse “ogni tanto”!

Come se non avessi già fin troppi problemi che mi assillano.

Mi butto dalla torre.

Il cucchiaino è pronto.

Raccapriccio.

A proposito.

Sì?

Indovina cosa ha voglia di bere il tuo re.

Un attimo, ci penso.

Va bene.

Uhm.

Dunque?

Un distillato doc.

Che intuito!

Vado?

...

Sguisss!